mercoledì, gennaio 31, 2007

PETROLIO: QUAL’E’ IL SUO TARGET? 150 $, ANZI 30 $.

Il titolo non è frutto di una elucubrazione mentale partorita in un’alcoolica notte di gennaio. Questo è quanto si potrebbe dire leggendo ed analizzando qua e là sui giornali e sui vari siti di finanza. E gli estremi (detti ovviamente da fonti comunque sempre di un certo livello) sono stati proprio questi. Da una parte si trova che dice che il mondo è inondato di petrolio, che c’è n’è in eccesso e ne avremo a sufficienza per altri 100 anni (fonte GE), che il rallentamento economico in atto e la temperatura mite di questo strano inverno contribuiranno ad un ulteriore discesa dell’oro nero. Dall’altra ci troviamo che dice che la quantità dei giacimenti è sempre più bassa, che non se ne trovano di nuovi, che la politica USA di approvvigionamento porterà il petrolio a livelli mai visti, ovvero 85 $/bar (Tom DeMark), o addirittura 100-150 $/bar (Jim Rogers, guru delle commodities). In tutto questo poi va ad aggiungersi la nuova frontiera dell’energia rinnovabile, i biocombustibili che ora sono sulla bocca di tutti (e l’idrogeno che fine ha fatto?), che possono influenzare il prezzo del WTI. Ma non dimentichiamo poi i fattori geo-politici (guerre civili varie sparse per il mondo, guarda caso nella maggior parte delle volte proprio in aree ricche di petrolio) e la politica dell’OPEC, che di scendere sotto i 50 $/bar (sulla carta) non ne vuole proprio sapere.
Come potete vedere in poche righe ho buttato giù una serie di argomenti che potrebbero tranquillamente essere determinanti ed influenzare in modo molto forte il prezzo del petrolio. Ma andiamo al sodo. A chi bisogna credere? Il petrolio sale o scende. Non voglio assolutamente “sputare sentenze” anche perchè vi sembrerà chiaro che non è facile capire che cosa capiterà. E allora che faccio? Mi attacco all’unica cosa che mi resta, la più oggettiva di tutte, ovvero l’analisi tecnica e il report del CFTC. Sia dal report che dall’analisi tecnica, posso dire che la grossa speculazione ribassista dell’oro nero sembra finita, almeno per il momento. Il ritorno sopra i 55 $, anche se rimarrà un episodio momentaneo, ha fatto ricoprire molti ribassisti. Ma io consiglio di seguire con la massima attenzione l’andamento dei prezzi, in quanti, più di tutto, è la speculazione a fare la differenza. Un livello che reputo molto importante è la MM21 che per qualche seduta ha fatto da tappo e sulla quale mi aspetto un pull back di breve. Sotto di essa il rischio di un ritorno a 50$ è elevato. Viceversa, se regge la MM21 (54.78 $) c’è spazio fino a 58.60 e a 60 dopo. Come sempre staremo a vedere.

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Chiusura posizioni sul petrolio

...lo so che per molti aspetti la mia chiusura dell'operazione potrebbe
sembrare non corretta dal punto di vista tecnico (la rottura di ieri sera è
sicuramente ben augurante), però ho preferito portare a casa un po' di
fieno (...) e prendere un po' di fiato. Ora resto in attesa degli eventi.
Il motivo esatto della chiusura è che mi ero prefissato un TP e voglio
rispettarlo, tanto più che il TP (target price) è stato raggiunto anche
abbastanza rapidamente. Vabbè, stavolta è andata bene. Ma la battaglia con
i mercati finanziari continua...

martedì, gennaio 30, 2007

ANALISI INTERMARKET: 31/01/2007

Nuovo giro di boa, sta per finire un atipico (climaticamente parlando) gennaio e ci prepariamo ad affrontare un febbraio dove ad aspettarci troviamo nuovamente luci ed ombre. Ma facciamo il punto della situazione, e buttiamo l'occhio ai vari grafici e cerchiamo di trovare qualche indicazione operativa.


EQUITY

Innanzitutto le borse. qui troviamo sicuramente una cosa interessante. Quando più indici di uno stesso settore (in questo caso si tratta di indici azionari) sono molto simili, ciò può significare che l'uno conferma l'altro. E' il caso di S&P 500 (che lateralizza da tempo, supportato dalla MM 21), il Nasdaq (supportato dalla MM 51) e il Nikkey (a rischio di triplo massimo). Io continuerei a prendere in esame il mio benchmark anche se gli altri grafici hanno anche degli interessanti spunti di riflessione), ovvero lo S&P 500. Ha tentato la rottura rialzista senza poi però confermarle e rientrando violentemente nel trading range laterale. Trattasi della cosiddetta "bull trap"? Forse si. Comunque sia, l'RSI resta impostato in modo negativo, divergendo chiaramente dall'andamento dell'indice (il che significa che quando ci sarà un nuovo trend, con conseguente aumento della volatilità, ne vedremo delle belle…). Resto dell'avviso che sull'equity è meglio stare prudenti, anche in virtù di quanto detto nei precedenti post.
Almeno fino a quando si rimane nella ormai noiosa banda 1407-1432, con una nota in più. Questa volta, in caso di ritorno in area 1407, ci sarebbe anche la violazione al ribasso della suddetta MM 55, elemento da non sottovalutare.


BONDS

Riprendo quanto detto nel precedente post. L'obbligazionario continua ad essere debole e poco interessante. Il T Bill (come anche il T Bond) restano sempre impostati negativamente (per la cronaca: T Bond = 30yr, T Bill = 10yr , per rendere l'idea). Siamo a dei livelli di rintracciamento
importanti, tra l'altro in profondo ipervenduto. Il rimbalzo tecnico ci sta, però attenzione, potrebbe essere un fuoco di paglia. Attendere l'inversione di tendenza. Discorso valido sia sui bonds USA che Euro. Almeno così si è al riparo da brutte sorprese di politica monetaria. Meglio
stare brevi di duration.



VALUTARIO

Le attese sui tassi continuano a condizionare i cambi: il mercato si concentra sui tassi giapponesi stabili (e sulle possibili mosse della Bank of Japan) e sui possibili movimenti al rialzo sui tassi inglesi (recentemente la Boe ha alzato al 5,25% ma sono possibili ulteriori aumenti, come già detto nel precedente post). Le operazioni di carry trade (finanziamento nelle valute a basso tasso d'interesse, investimento nelle valute a maggiore rendimento) favoriscono la divisa inglese e l'euro a discapito dello yen. E questo lo dico aprendo però una parentesi di positività per la valuta nipponica, che resta molto sottovalutata e molto interessante. Prima o poi l'inversione di tendenza arriverà. Ma…quando? Anche qui , come sempre, meglio aspettare l'inversione di tendenza. Intanto il $ tocca quota 1.29 (linea Maginot, oltre la quale arriverebbe un rafforzamento ulteriore) dove però rimbalza e torna ad indebolirsi. Monitoriamo attentamente area 1.29 (che io vedo come buona area di Take profit e alleggerimento della valuta USA). Confermo al mia preferenza verso la valuta nipponica ed europea.


COMMODITY

Qui la situazione si complica. Lo scenario ipotizzato nel precedente post non dà grosse chance alle materie prime, e torna il rischio di un'altra robusta correzione, in barba a previsioni e grafici. Anche qui stiamo a vedere attentamente che succede. Il WTI tocca i 55 e, purtroppo come
supponevo, torna a scendere con estrema violenza. L'oro non supera quota 650 e corregge, L'indice CRB, la sintesi di tutte le commodities, non fa di meglio. La rottura di quota 285 metterebbe a repentaglio a ripresa delle commodities.



E questo sarebbe un altro segnale negativo per l'equity. Difatti manca solo all'appello l'azionario e poi tutti e 3 i mercati sono in trend ribassista. E generalmente questa "congestione ribassista" si ha quando arriva il rallentamento, E il primo mercato a dover ripartire sarebbe molto
probabilmente quello obbligazionario. Ma io mi fermo qui e non voglio andare oltre… Alla prossima puntata!

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lunedì, gennaio 29, 2007

Cambia nuovamente lo scenario dei tassi U$A?

Per fare il punto della situazione, questa volta parto da una constatazione macroeconomica che va ad influenzare in modo importante l'andamento dell'intermarket.

Parliamo dell'economia USA, ed in particolare del rallentamento del settore immobiliare, tanto temuto e che, per fortuna, al momento non ha compromesso un quadro di crescita economica sufficientemente forte. La realtà dei fatti poi però è addirittura diversa, in quanto proprio i
dati più recenti ci dicono che le vendite di nuove costruzioni sono migliori delle attese. E quindi che sta succedendo? Come possiamo leggere questo scenario? Sarebbe errato partire dall'equity, mentre il primo dato che mi è saltato all'occhio è stato il forte apprezzamento del $. Ebbene
si, partiamo proprio da qui, oggi. Dollaro U$A nuovamente in area 1.29, ed oltre tale livello (sorprendente ma non impossibile) si aprono scenari di nuovi ulteriori rafforzamenti vs, €. Il motivo di tutto ciò è legato a timori di un'inflazione che torna a crescere. Quindi più inflazione
comporta tassi USA che, invece che scendere tornano addirittura a salire, con la conseguenza quindi di un to0nfo, che è poi avvenuto effettivamente, dei bonds. Di riflesso le borse scendono, sul timore di un rialzo di tassi. E non dimentichiamoci che proprio fino a qualche giorno fa le borse erano ben convinte del contrario, e questi cambi di view possono avere effetti
pericolosi, soprattutto quando (proprio come ora) il VIX di cui ho parlato in passato è così basso e quindi si scontano pochi rischi e crescita costante. Ovvero si pensava che il tempo fosse sereno per molto tempo, però le nuvole stanno arrivando ed iniziano ad inquietare gli operatori. Sotto
questo aspetto sarà una settimana "caliente". Tanti sono i dati attesi, dal PIL a nuovi dati sugli occupati e indici ISM. E probabilmente valutando questi elementi capiremo dove andremo a finire. E se la FED torna a far salire i tassi non ci dovremo sorprendere, anche perché la BOE, qualche settimana fa, il segnale lo ha già dato, sorprendendo tutti ed alzando i
tassi di ¼ di punto.

Parlando ora dell'equity, lo S&P 500 (come temevo) non conferma la rottura descritta nei post precedenti e ritorna nel solito trading range posto tra i 1407-1432, appoggiandosi però sulla MM 21, un importante supporto dinamico. Porre la massima attenzione quindi sia a questo livello (1422) che poi alla MM a 55 (1410) che si trova proprio in prossimità del supporto statico posto a 1407. Confermo quanto detto in passato: secondo me questa è distribuzione, alias l'anticamera della correzione. Ma non sputo sentenze, lo vedremo prossimamente. In ambito commodities, abbiamo assistito alla correzione dell'oro (visibile anche dal rapporto del CFTC dove aumentano
gli short e si chiudono i long), bene invece il rame (Oh yeah!) e anche il WTI che torna sulla MM a 55 (Oh yeah!). Ora a questa quota meglio stare all'occhio… Ma questo lo vedremo la prossima puntata.
Articolo anche pubblicato da Trend on-line
...e... anche da Yahoo!
...perbacco... me la devo tirare? HIHIHI!!!!
CIAO a tutti !!!

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giovedì, gennaio 25, 2007

Rottura dello S&P 500! Rapido punto della situazione

Rapido punto della situazione. Ieri abbiamo assistito ad una importante rottura tecnica. Sto parlando del benchmark delle borse, ovvero lo S&P 500 che ieri sera ha rotto al rialzo l'importante quota posta a 1432. Ora vediamo se il movimento di rottura sarà confermato entro domani e poi potremo parlare di un ulteriore strappo rialzista delle borse. Quindi per chi si aspettava un indebolimento dell'equity, ahimè, mi sa che ci sarà ancora da aspettare. Come mai? Il motivo va visto ovviamente tenendo conto sia i risultati aziendali (ondata di trimestrali USA) sia la situazione macro in generale. Beh, il rallentamento c'è stato ma sembra che l'impatto
sarà meno grave del previsto. Comunque sia, se arriverà una correzione in borsa dovrà essere vista come una pausa salutare e non come una vera e proprio inversione di tendenza, in quanto, a mio avviso ci troviamo in una perfetta situazione di metà ciclo, paragonabile a quella del periodo 1995-1997.
Il rallentamento congiunturale sarà molto modesto, appena sufficiente a contenere parte del surriscaldamento della domanda di manodopera e di materie prime. Per un certo periodo, ciò determinerà un'attenuazione dei timori inflazionistici, alimentando la fiducia degli operatori e innescando infine un rialzo delle valutazioni. Questi sviluppi rappresenteranno un altro importante catalizzatore per un ulteriore apprezzamento dei mercati azionari. E quindi mantengo la positività , per il 2007, per l'equity. Ottimi il movimento di rimbalzo delle materie prime, in primis (scusate il bisticcio di parole...) del petrolio e del rame, cosa di cui si sospettava
qualcosa qualche giorno fa, e molto forte anche l'oro, che raggiunge la quota target di 650$/oz. Ora vediamo che succede. Se devo essere sincero io volevo shortarlo (l'oro) a questa quota. Ma siccome andare contro tendenza è sempre molto pericoloso, rimando la decisione a data da destinarsi, forse a domani ( anche perchè lo trovo un po' incoerente essere long su Oil e Rame e short sul metallo giallo...Staremo a vedere). Bond sempre poco interessante e cross € vs $ nuovamente in area 1.295. Sembra voglia crearsi una bella area si distribuzione/accumulazione.

A presto!

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mercoledì, gennaio 24, 2007

NIKKEY: doppio massimo in vista?

Sono solito tutte le mattine fare un excursus su un po' tutti i mercati. E quest'oggi mi è cascato l'occhio su un potenziale doppio massimo. Il protagonista è l'indice giapponese, il Nikkey. Molti investitori sono stati molto delusi dal Giappone per l'andamento del 2006. Ma questo non è corretto. Il problema non è stato il mercato azionario, che si è mosso comunque in territorio positivo, ma il cross € vs Yen, che ha visto la valuta nipponica debole come non mai (la cui debolezza sembra veramente senza fondo). Tornando a noi, l'indice Nikkey stamattina ha chiuso a quota 17507, ovvero ad un tiro di schioppo dal massimo relativo precedente posto a 17563. Forse è presto per parlarne ma potrebbe essere interessante valutare uno short su tale livello, non dimenticando però gli effetti valutari…

Articolo pubblicato anceh sul sito www.trend-online.com

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Una nuova scommessa ai nastri di partenza: CUPRUM (Rame)

E' da un pò che seguo questa commodity. Si tratta di uno dei metalli più importanti e più monitorati in assoluto, anche perché per molti analisti è il vero indicatore di una crescita economica. Sto parlando del rame. Una commodity che nel 2006, in una fase di bolla-euforia aveva toccato i 416 $ e che ora è sceso fino a 250 $ dove ha trovato all'apparenza un supporto importante.

Perché ho deciso di comprare il rame? Innanzitutto trovo il mercato azionario poco stimolante e poco interessante. Ecco spiegato il motivo per cui convergo sulle materie prime. Stesso discorso vale per i bonds e per il valutario, dove la volatilità è abbastanza limitata e non vedo grossi spunti operativi. Chiarito questo concetto, andiamo a vedere i fatti concreti del perché di questa scelta:

1 – abbiamo raggiunto un livello tecnico molto importante, come appena detto, ovvero area 250 che non è solo un supporto statico importante ma è anche il 61.8% del rintracciamento di Fibonacci

2 – è più che evidente una bella divergenza sull'RSI che se confermata sarà un bello slancio alle quotazioni

3 – utilizzando il Sequential e il Combo di DeMark abbiamo raggiunto la chiusura del movimento ribassista di "countdown" il che significa che, per il sistema di trading "inventato" dal buon vecchio Tom, c'è una forte possibilità di inversione.

4 – il CFTC ci dice che ci sono state, in ambito "Commercial", delle importanti chiusure di short. Si chiudono le coperture e diminuisce la pressione speculativa (mentre i "Non commercial" ovvero i trendisti, al momento fanno il contrario perché il trend non è ancora invertito).

Non dimentichiamo infine che il metallo che generalmente anticipa l'andamento del CRB e del rame, ovvero l'oro, ha già invertito, ottimo segnale anticipatore.

Per molti forse questi motivi non saranno sufficienti. Io però li considero validi, anche perché l'operazione da costruire è abbastanza semplice. Entro per una parte oggi con Rigido SL sotto i 250$ e poi completo l'opera (se tutto va bene) facendo il pieno in caso di rottura del trend ribassista. Rottura che è tutt'altro che lontana.

Dimenticavo… il rame non è quotato in $ ma in US cent… solo per la cronaca…

Chiudo con questo grafico. E se l'oro è anche questa volta anticipatore....

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martedì, gennaio 23, 2007

Chiuso al 100% l'oro

Raggiunto il target sul metallo giallo, scatta il take profit (con un po'
di rammarico, ma mi ero imposto dei livelli e li voglio rispettare).
Ora mi dedico ad una nuova avventura, però prima me la studio per benino e
poi vi dico...

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lunedì, gennaio 22, 2007

Volatilità: ecco come capire se le borse continueranno a salire.

Troppo spesso ci si dimentica di fare delle valutazioni oggettive sulla rischiosità di un investimento. E troppo spesso ci si dimentica che il mercato offre un termometro molto affidabile su come valutare quanto una particolare asset class possa essere pericolosa. E questo strumento non è nient’altro che la base fondamentale per il calcolo di una serie di indicatori utilizzati dai grandi gestori per analizzare la rischiosità dei loro portafogli. Sto parlando della volatilità. Penso che tutti, chi più chi meno, abbiate sentito parlare della volatilità. Essa esprime la misura statistica della variabilità del prezzo di un bene d'investimento. La più utilizzata è la deviazione standard (Standard Deviation) che viene calcolata estraendo la radice quadrata della somma dei quadrati degli scarti dalla media dei singoli rendimenti mostrati dal prezzo in un periodo di tempo determinato e dividendola, successivamente, per il numero di dati sotto esame.Non voglio divagarmi troppo con tecnicismi strani e quindi passiamo ai fatti concreti. Vi propongo un grafico. Rappresenta l’andamento dell’indice S&P 500 e la sua relativa volatilità. Come potete facilmente notare, da quando l’indice USA (che poi si è trascinato dietro tutti gli altri listini) ha cominciato la sua corsa rialzista, l’indice di volatilità (VIX) è progressivamente sceso fino a toccare dei livelli minimi posti in area 10. Il ragionamento è molto semplice. State pur certi che se la volatilità continuerà a mantenersi a questi livelli le borse rimarranno in un trend rialzista. La domanda che bisogna porsi è questa: la volatilità continuerà a rimanere così bassa ancora per tanto tempo? Per farla breve, fin che il VIX rimane in area 10-15, le borse continueranno a salire, ma sopra a tali livelli, ci si potrebbe trovare davanti ad una correzione che diventerà tanto più violenta quanto la volatilità sarà in aumento. Come sempre, ai posteri l’ardua sentenza, però occhio al VIX. Il suo andamento ci darà in futuro dei segnali molto importanti.

ANALISI INTERMARKET: 22 gennaio 2007

Salve a tutti e benvenuti a questo piccolo aggiornamento sulla situazione dei mercati finanziari. In linea di massima non si segnalano grosse novità, ma andiamo con ordine.



EQUITY:

Il solito ns. benckmark (S&P500) continua nella sua fase di lateralità, mantenendo la divergenza con l'RSI. Confermo tutto quanto detto in precedenza. Aspettiamo uno sblocco della lateralità posta tra 1407 e 1432 per poter definire un nuovo trend per la borsa. Una piccola curiosità, che potrebbe diventare importante. Utilizzando l'analisi di DeMark definita "Sequential" possiamo notare che lo S&P ha raggiunto il 13 movimento del Countdown e quindi dovrebbe trovarsi con un trend in fase di progressivo indebolimento (sintetizzo e semplifico in modo quasi esasperato, se vi interessa un approfondimento o un confronto di idee, sono a disposizione).



BONDS:

Analizzando il Bund tedesco, notiamo che progressivamente ci stiamo avvicinando al minimo precedente posto a 114.57. Fino ad allora manterrei lo short. Mercato sempre poco interessante.



VALUTARIO:

La debolezza dello Yen potrebbe non essere finita. Il rimbalzo (sulle aspettative di un rialzo di tassi che poi non è arrivato) si è rapidamente sgonfiato ed oggi siamo di nuovo sui minimi precedenti (area 158). Meglio aspettare prima di prendere posizioni su una delle più interessanti opportunità sul mercato valutario. In merito al cross € vs $, come previsto, area 1.29-1.295 ha respinto il $ rimandandolo in zona 1.30. Eviterei in questo momento la valuta americana.



COMMODITIES:

Confermo quanto detto sul petrolio nei precedenti post. A sostegno del tutto, negli USA è arrivato il grande freddo ed in Europa sembra che avremo un brusco abbassamento delle temperature. Il rimbalzo del WTI e Brent potrebbe quindi prendere forza, non solo sulle news in arrivo, ma anche per una serie di fattori tecnici. Sembra di essere in una fase di esaurimento
con volumi in forte crescita, RSI in divergenza e candlestick interessanti. Sarà importante, a questo punto, vedere l'esito del DOE di dopodomani. Fondamentale la tenuta dei minimi registrati ulteriormente. La loro eventuale rottura catapulterebbe il WTI a quota 47 $. Questo scenario non è isolato, ma va ad interessare anche molte altre materie prime che nelle
ultime settimane sono letteralmente crollate, quali la cugina prima del petrolio, ovvero il Gas Naturale, o il rame. Sempre interessante l'oro, anche se ora si trova a contatto con una resistenza dinamica prima (635) e statica poi (650). Dal comportamento del metallo a questi 2 livelli, dipenderà l'operatività. Come sempre sono a disposizione per chiarimenti.

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venerdì, gennaio 19, 2007

Petrolio a -22% ma la benzina resta sempre cara

Tratto dal sito de "Il sole 24 ore"

Con la liberalizzazione della rete dei carburanti e l'introduzione di «meccanismi di vera concorrenza nel settore» si otterrebbero «risparmi medi di 8 centesimi a litro, 4 euro ogni pieno di 50 litri», pari a «100 euro l'anno a famiglia» (lo stesso importo calcolato anche da Adiconsum, altra associazione di consumatori) e a «2 miliardi di euro l'anno sottratti al cartello dei petrolieri e restituiti nel circolo virtuoso dei consumatori». Questo il risparmio stimato da Adusbef e Federconsumatori, che appoggiano la proposta fatta dal ministro per lo Sviluppo Pierluigi Bersani e chiedono che, oltre all'Antitrust, intervenga la magistratura per il reato di
aggiotaggio. Il primo dicembre, affermano le associazioni dei consumatori, «il prezzo di un barile di brent (il petrolio estratto nel mare del Nord) era pari a 64,44 dollari, mentre il prezzo della benzina era fissato a 1,234 euro e quello del gasolio a 1,133 euro. Oggi, a tasso di cambio
euro-dollaro sostanzialmente invariato (1,290), un barile di brent è sceso sotto i 50 dollari, con un ribasso del 22,41%, ma il prezzo della benzina, fissato a 1,213 euro a litro, ha avuto un irrilevante ribasso dell'1,70%; quello del gasolio da autotrazione, secondo il sito del ministero dello Sviluppo Economico, è imposto oggi ad 1,090 euro in media, ha avuto un calo del 3,09%». Secondo Adusbef e Federconsumatori si tratta di dati che potrebbero «portare le Procure della Repubblica all'apertura di indagini penali per il reato di aggiotaggio». Le due associazioni chiedono inoltre «sgravi urgenti sulle accise per restituire ai cittadini, anche come un
bonus fiscale, quei 3,6 miliardi di euro l'anno lucrati dal meccanismo perverso Iva-accise».

Per fortuna che qualcuno se n'è accorto.....anche se, come tutte le cose che vanno a colpire i mostri dell'oro nero, leggermente potenti sia dal punto di vista economico che politico, servirà a poco...)

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giovedì, gennaio 18, 2007

Operatività ORO: chiusura 50% posizione long

Causa raggiungimento Target Price (raggiungimento della trend line ribassista), chiudo la metà delle posizioni rialziste sull'oro. Il rimanente 50% lo mantengo ancora in attesa di vedere cosa succede. Nel caso di rottura di tale livello, continuo comunque ad avere una partecipazione
al trend. nel caso di un segnale di indebolimento, chiudo tutto e mi metto in attesa di decidere che fare.

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mercoledì, gennaio 17, 2007

L'oro nero alla fine del crollo?

E’ abbastanza comune, in questi giorni, leggere sui giornali e sentire parlare del grande crollo del petrolio. Non mi metto a discutere sul grandissimo problema del cartello tra le case petrolifere (in quanto il petrolio scende ma la benzina…), caso di cui dovrebbero occuparsene le associazioni dei consumatori, e prima di loro le Istituzioni. Andiamo ad analizzare la situazione che ci troviamo. Beh, non c’è che dire, il petrolio oggi ha le ossa decisamente rotte, nel senso che dai massimi di luglio posti a 76.40 $ siamo arrivati a quasi -33% da quei livelli. Tutto questo è coerente? Uno cosa è certa, il mercato sta sopravvalutando l’impatto di un inverno globalmente più caldo del previsto, e tutto questo è stato inoltre terreno fertile per gli speculatori, senza tener conto che gli effetti dei tagli di produzione OPEC ancora non hanno avuto impatti sul mercato. Per farla breve, il petrolio molto probabilmente si trova al limite della sua discesa. Interessante in questo ambito leggere il rapporto del CFTC (visibile dal sito internet dedicato) dove si vede che i “Commercial” hanno sensibilmente aumentato i Long (anche gli short sono aumentati ma in misura inferiore), indice del fatto che i cosiddetti “operatori” iniziano a considerare interessante il prezzo del petrolio. Discorso diverso (che però è ovvio) è quello dei Non commercial che sono trend follower. Ovviamente il loro short è evidente e più che logico. Entrare oggi sul petrolio è sicuramente prematuro per un puro trend follower, però potrebbe essere molto remunerativo per chi vuol “tentare il colpo”.

Guardando il grafico qui sopra si può chiaramente notare che ci troviamo in profondo ipervenduto con l’RSI che sembra voglia tentare un’inversione. Il tutto in presenza di volumi sostenuti come non mai. Segno che la speculazione, in questo momento, la fa da padrone Inoltre ci stiamo avvicinando al livello del 50 % dei rintracciamento di Fibonacci posto a 59.80 circa. Che fare quindi? Per chi ci vuole provare, questa potrebbe essere un’occasione super, per gli altri…beh, diciamo che si può aspettare o la rottura del trend ribassista o quantomeno una figura di inversione come, ad esempio, una evening star formation o un 1-2-3 low. Nella speranza che, vedendo la velocità del crollo, non ci sia un recupero altrettanto rapido… Io un cippino lo metto, ma solo un cippino…
(Articolo pubblicato anche sul sito di Trend on-line)

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La gabbia

Momento di lateralità, si sta cercando una tendenza, una direzione. Mi riferisco alle borse, condizionate (in particolar modo lo S&P 500) da dati economici contrastanti. Ne sono l'esempio società come Apple da una parte o Intel e Symantech dall'altra. Ne deriva che il suddetto S&P continua a rimanere "ingabbiato" nel solito range 1407-1432, con sempre (e lo ripeto per l'ennesima volta) l'RSI in divergenza. Quindi, se ci sarà una direzione, potrebbe essere anche molto forte. Resta necessaria la rottura della suddetta banda.
La gabbia diventa anche valida per l'oro. Qui più di gabbia di può parlare di "gabbietta" visto che è certamente di dimensioni più ridotte rispetto a quella prima descritta. Quindi, anche se la rottura dei supporti/resistenze potrebbe dare una direzionalità meno determinante, resta comunque una figura interessante. A fare da "grate" qui troviamo le Medie Mobili. La resistenza è la MM55 (627) e il supporto è dato dalla concomitanza della MM di breve (21) e di lungo (200), ovvero area (622). La rottura di uno di qeusti livelli determinerà una tendenza di breve interessante, soprattutto per chi (come il sottoscritto) ha posizioni aperte long sull'oro (e quindi
interessante, in caso di rottura ribassista, per attuare uno stop & reverse).
Rapido flash sul Bund Future. Occhio a quota 114,57 dove ci potrebbe stare un doppio minimo con un rimbalzo delle quotazioni (anche se forse ora è presto per parlarne). Dollaro senza news di particolare peso (vedere post precedenti).Petrolio in caduta libera. Ma di questo ne parlerò nella prossima puntata...

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lunedì, gennaio 15, 2007

A che punto è il ciclo economico?

Per gli amici Trend on line (con cui ogni tanto collaboro) ho scritto un articolo sul ciclo economico.
Buttateci l'occhio!

CIAO !

http://www.trend-online.com/?stran=izbira&p=blog&id=140133

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ANALISI INTERMARKET : 15/01/2007

I dati macro usciti in questi giorni non lasciano adito ad alcun forma di dubbio: dagli USA e dall'Europa sembra di sentire un solo coro che ci annuncia una serie di dati migliori delle previsioni. Il rallentamento c'è stato, non è ancora terminato, ma di certo non sarà un rallentamento traumatico. E questo è senza ombra di dubbio un elemento positivo per le
Borse, anche se dubito che le borse salgano all'infinito… Ad aiutare ulteriormente i mercati azionari ci si mettono anche le materie prime.
L'indice CRB, come si vede dal grafico di lungo periodo, ha rotto drammaticamente la trend line ed ora si trova in una situazione di forte ipervenduto dove ci possiamo aspettare un rimbalzo, anche abbastanza corposo, guidato molto probabilmente da petrolio e rame. Materie prime in ribasso -> minore inflazione -> tassi che non crescono malgrado la congiuntura economica potenzialmente favorevole ai rialzi -> fase espansiva per le imprese che può continuare.
E tutto questo va ad aggiungersi a quanto di buono detto prima. I bonds, però, già temono
ulteriori rialzi dei tassi. Difatti il downtrend obbligazionario non si è placato e tutto questo rende i titoli a tasso fisso poco interessanti. Il dollaro resta in area 1.295 vs. € e 120 vs. Yen. Il rafforzamento vs. Euro è evidente, nel breve periodo, ma potrebbe essere un fuoco di paglia.
Andiamo a vedere in rassegna i grafici dei ns. benchmark:



EQUITY

Lo S&P 500 resta in fase di distribuzione anche se i dati economici usciti recentemente ci fanno pensare che il livello chiave posto a 1432 possa essere violato al rialzo. Segnali molto positivi ce li sta dando, in questa direzione, l'altro listino, il Nasdaq, che ha rotto i 2467 ed ora si sta
liberando verso praterie incontaminate… Oltre i 1432 ripasso BUY sull'equity, dopo aver preso la strada dell'Hold a causa della distribuzione descritta nei post precedenti.



BONDS

Le fans line, assieme al canale ribassista, guidano il T Bond nella sua passeggiata ribassista. Mi sembra chiaro che a quota 110 ci sia un bel supporto, però prima di valutare un investimento sui bonds aspetterei la rottura rialzista del canale giallo.



CROSS EURO DOLLARO

Già ho detto del cross. Non mi resta che postare il grafico…. Notate solo il comportamento che in passato ha avuto il cambio quando l'RSI si è trovato in ipervenduto. Aspettiamoci quindi un rimbalzo dell'euro.



COMMODITIES

Anche sulle materie prime ho già detto prima. E' lecito aspettarsi rimbalzi anche corposi, nel breve periodo, degli assets più massacrati. Io al top della lista metto petrolio e rame. Apro un'ennesima finestra sull'oro. Bello il rimbalzo di venerdì, ma io vedrei bene una pausa di riflessione (che significa per me un take profit) in area 635.



CONCLUSIONI:

sempre male i bonds, $ probabilmente alla fine del suo pull back, equity nuovamente in gran forma e commodities pronte al rimbalzo. Tutto chiaro?
Spero di si… A disposizione come sempre per discuterne con voi...

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venerdì, gennaio 12, 2007

Il $ si rafforza ma...l'oro tiene

Nei post precedenti ho sottolineato il fatto che ci fosse una forte correlazione tra la valuta americana e il metallo giallo. Avevo anche scritto che la probabilità di una correzione dell'oro, in caso di un indebolimento dell'euro sotto quota 1.295, era abbastanza probabile. Ma qui arriva (per il momento) la sorpresa. Scende il cross EUR/USD ma l'oro regge.
I motivi sembrano diversi. Innanzitutto un aumento della domanda del metallo in oggetto da parte dei paesi asiatici e migliori vendite da parte dei big players del settore dei gioielli, tra cui la nostrana Bulgari. Se si guarda il grafico i prezzi, dopo una correzione sotto quota 615, stanno tornando a convergere proprio su questa resistenza ex-supporto.
Mantengo le posizioni in essere con stop pronto in caso di inversione ribassista e close sotto i 607 $/oz.
Per il resto...notevole il rimbalzo dell'equity, con SP500 sempre laterale e Nasdaq che rompe i massimi precedenti. Attenzione quindi ai big quotati sul listino hi-tech USA. Potrebbero sovraperformare sensibilmente. Male sempre i bond e il petrolio...al momento non c'è proprio speranza, se non in un rimbalzo tecnico.

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mercoledì, gennaio 10, 2007

ANALISI INTERMARKET : LA SITUAZIONE PER L’ANNO 2007

Il 2006 è stato un anno decisamente positivo per l’equity, uno di quegli anni in cui chi ha investito sull’equity si è sentito un guru, visto che il rialzo ha colpito in modo abbastanza generalizzato il mercato azionario, sia quello definito delle “Vecchie Economie” quali quella Europea ed USA (se escludiamo l’effetto cambio), e ancora di più chi ha investito sui mercati emergenti.
Ma la situazione che il 2006 ha lasciato in eredità al 2007 è ricca di luci ed ombre, che devono essere chiare, prima di impostare una strategia operativa per l’anno che da poco è partito e già si è dimostrato più volatile del precedente (in particolar modo sulle commodities). Ma andiamo con ordine:

BONDS: è stato un anno poco interessante e il 2007, purtroppo, non sarà da meno. La curve dei tassi, sia sull’area Euro che su quella $, sono decisamente piatte (addirittura il differenziale 10y-2y è passato in negativo,a nche se solo per poche sedute…). Il motivo è uno scenario che resto poco chiaro. Tassi in Europa che dovrebbero salire ancora, ma forse non tantissimo, inflazione che resta da valutare con attenzione (sicuramente il crollo delle commodities aiuterà), FED che non sembra ancora convinta a riprendere il “neutral bias” che darebbe un segnale chiaro di tassi che potrebbero tornare a scendere. Nel frattempo il premio al rischio è a livelli veramente risibili, sia sui corporate che sui bonds dei paesi emergenti. E quindi, perché rischiare in uno scenario così ricco di incertezza? Un solo consiglio: stare brevi di duration, e preferire i buoni e vecchi CCT, sempre liquidi e validi, in questa situazione di mercato.

VALUTARIO:
ormai il mercato si può dire conteso da due big, ovvero $ ed €, con la medaglia di bronzo allo Yen e, a seguire quella inglese e svizzera. In linea di massima (non voglio tediarvi oltre, magari se volete in futuro approfondisco volentieri alcuni aspetti di quanto sto illustrando) i vari indicatori ci fanno pensare ad un 2007 dove il $ soffrirà ancora e l’€ resterà la valuta migliore. Detto questo, meglio non avventurarci in cose strane. Il nostro € di tutelerà da perdite potenziali in conto valutario.

EQUITY:
dappertutto si legge di un rallentamento dell’economia, anche se il tono dovrebbe essere “soft”, ovvero senza impatti devastanti per le borse. Malgrado questo, è assolutamente normale, secondo me, aspettarsi una correzione che risulterebbe fisiologica dopo il lungo trend rialzista degli ultimi mesi. Il mio benchmark di riferimento è lo S&P500. Dal grafico allegato si vede chiaramente che il trend rialzista è stato violato al ribasso, come anche la media mobile a 21 giorni, che ha sempre funzionato egregiamente come supporto dinamico. Ora siamo in una fase distributiva con l’indice “pizzicato” tra quota 1432 e 1407. L’RSI è in divergenza da diversi giorni. Una rottura di 1407 confermerebbe la partenza di una correzione che potrebbe anche risultare violenta, anche in virtù del tema che ora vado a descrivere.

COMMODITY: Il fatto che le materie prime stiano letteralmente crollando (e non mi riferisco solo al petrolio, ma in particolar modo a rame, zinco…) non è sicuramente un indicatore di buon stato di salute degli ordini di acquisto. Diminuisce la richiesta e i prezzi crollano. Per il petrolio a far la differenza è stata una stagione invernale che è tale solo per il periodo ma non certo per le temperature. L’economia sta rallentando e questo downtrend è uno dei segnali più chiari. Senza ombra di dubbio molte commodities stanno per godere di alcuni rimbalzi tecnici, dovuti al forte ipervenduto maturato nelle ultime sedute, ma si dovrebbe trattare, comunque, di situazioni temporanee.

IN SINTESI: limitare fortemente il peso dei bonds con duration elevata, preferire come valuta l’euro, preferire investimenti azionari aclicicli e, in caso di mancato superamento al ribasso del $ di area 1.295, puntare sull’oro.

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Le relazioni intermarket

Un gentile lettore del blog mi ha contattato via email chiedendomi come potrei descrivere in modo sintetico quali sono le correlazioni tra i vari mercati.
Cercherò, secondo il mio punto di vista (sperando di non dimenticare nulla, se così fosse perdonatemi, oltre che segnalarmi l'errore, grazie!), di fare questo elenco. Allora:
  1. prezzo delle commodities in discesa
  2. inflazione in discesa
  3. tassi in discesa
  4. le aziende tornano ad investire
  5. la borsa sale
  6. le commodities riprendono a salire
  7. torna ad aumentare l'inflazione
  8. le banche centrali aumentano i tassi
  9. le borse rallentano
  10. rallentamento dell'economia
  11. diminuzione della domanda di beni e quindi
  12. discesa del prezzo delle commodities

Sembrerebbe che siamo al punto 1 o 12 se preferite, almeno secondo me... Ma tutto questo è fortemente discutibile. Sono tantissime le variante, tutte molto complesse. Bisogna monitorare il mercato giorno dopo giorno, ed adeguarsi a quello che succede e, se notate bene, l'iter da me descritto non è esattamente paragonabile alla ns. attuale situazione di mercato. Staremo a vedere...

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Occhio alla correlazione $ vs GOLD


Tante sono le correlazioni che nell’ambito dell’intermarket possiamo considerare “saltate”. I motivi sono diversi, ma una di queste, al momento sembra reggere, e ci dà una discreta operatività.
Da sempre l’oro è il “bene rifugio” per eccellenza ed è indicato come ottima alternativa d’investimento quando le borse correggono. Inoltre è dai tempi di Bretton Woods che oro e $ hanno stipulato un “patto” di correlazione inversa. Oggi il $ è in area 1.275 vs. € (è inutile che perdiamo tempo, ormai il mercato valutario è dominato da questo cross), livello di supporto ex-resistenza importantissimo.
Piccolo riassunto: le borse sono in fase distributiva, il mio riferimento (S&P 500) è in forte divergenza e la rottura di 1407 sarà il segnale definitivo. Vista la correlazione inversa tre oro e $ oggi ci sta un long sull’oro a condizione che il cross € vs $ non scenda sotto i 1.295. Un’eventuale rottura del supporto posto a 1407 dello S&P 500 darà un ulteriore spinta rialzista al materiale giallo.

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lunedì, gennaio 08, 2007

S&P500: se non è distribuzione questa....

Il grafico che stamattina ho visto non mi dà grosso spazio di interpretazione. La MM21 è stata violata al ribasso (da tantissimo tempo era un supporto molto affidabile e mai perforato per più di una seduta) ed i corsi sono "pizzicati" tra quota 1432 e 1407. Continua la divergenza sull'indicatore RSI. La violazione al ribasso di quota 1407 sarà il segnale che stavo aspettando per...ehm...shortare il mercato azionario. Meglio stare all'erta.

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Possibile rimbalzo da ipervenduto per oro e petrolio

Sia per quanto riguarda l'oro e sia per il petrolio, la situazione tecnica, come già ho detto la settimana scorsa, si è rapidamente deteriorata, facendo scattare una serie di stop che per certi versi hanno difeso da ulteriori ribassi. Ma se andiamo a vedere oggi i grafici (che, ripeto,
restano impostati negativamente) sembrano invocare il più classico dei rimbalzi tecnici, in quanto l'oro, da una parte, ha perso molto e anche rapidamente e ora si trova in concomitanza di un cross €/ $ che ha retto quota 1,295 non andandoci sotto. Dall'altra parte il WTI ha toccato quella famosa quota di 55 $/bar che è pari ai minimi fatti registrare nei giorni di chiusura del contratto future del mese scorso. Chi volesse giocarsi la carta speculativa del rimbalzo tecnico...beh, diciamo che il momento è propizio. Occhio solo sempre a chiudere l posizioni in caso di nuovi minimi....

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venerdì, gennaio 05, 2007

E ci risiamo...altro stop scattato!

Non posso certo dire che il 2007 sia iniziato nel modo migliore per il sottoscritto. Prima lo stop loss per il petrolio (meno male che si è stoppata la posizione, altrimenti oggi non saprei proprio dove sarei finito...) ed oggi il secondo stop che, non posso negarlo, mi rammarica molto. Sto parlando dell'oro, che proprio ieri ho arrotondato sul supporto. Oggi non solo mi ha sfondato il supporto dinamico e le medie mobili, ma addirittura a disintegrato (almeno per il momento) il mio supportone posto a 615. Brutto segno. Le commodity stanno crollando tutte, indistintamente, il crollo è partito con il rame per poi colpire il petrolio ed ora anche l'oro. Credevo che la coicidenza con il cross euro dollaro giunto a quota 1.30, assieme a tutti i supporti sopra descritti, fossero la base di una bella ripartenza del metallo giallo. Peccato, sono stato clamorosamente smentito. Inoltre, non posso anche negare, che da un pò temo in una correzione abbastanza pronunciata dell'equity e confidavo sul carattere difensivo dell'oro. Staremo a vedere come va il futuro. poi magari prima di stasera gira e recupera, ma io non devo guardare in faccia nessuno e devo essere chirurgico.... Comunque sia ho chiuso e volto pagina. Amen.

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giovedì, gennaio 04, 2007

ANALISI INTERMARKET: 04/01/2007

Dopo due giorni di ferie in cui, come sempre succede, (AZZZZ) , è successo DI TUTTO E DI PIU’ a partire da uno Stop Loss sul Petrolio, più una serie di altre cose, è giusto fare, per la prima volta, il punto sulla situazione intermarket. Chi ha letto un testo di John J. Murphy proprio su questo tema, ricorderà alcuni principi fondamentali:
1 - $ va in direzione opposta al CRB
2 – L’oro anticipa il CRB
3 – Il CRB ha un andamento opposto ai bonds
4 – Bond ed equity hanno generalmente un andamento analogo
5 – Le obbligazioni anticipano il trend dell’equity
6 – Il $ ha un andamento opposto al CRB

(CRB = Commodity Research Bureau, ovvero l’indice delle materie prime)

Vediamo, oggi, se queste relazioni sono confermate.
Tanto per cominciare il $ si muove un po’ per i fatti suoi, e la vera differenza sul cross $/€ la fa il differenziale dei tassi. Non bisogna dimenticare che, ai tempi della stesura dei trattai di Murphy, c’era una grande valuta, il $ e tutte le altre seguivano a ruota. Oggi invece non è più così. L’euro ha assunto un peso determinante.
Detto questo, salta anche la relazione tra il $ e il CRB, mentre il CRB ha avuto un andamento effettivamente opposto ai bonds. Ma qui crolla un'altra relazione. Se effettivamente bonds e equità avessero lo stesso trend, la borsa sarebbe ben altrove… Il fatto è che la politica monetaria è utilizzata, oggi, come “medicina correttiva” dell’economia. Il padre di questa nuova tendenza è il buon Alan Greenspan, che ha “inventato” il soft landing.
Ma andiamo avanti. Anche il fatto che l’oro anticipa il CRB, beh, questo al momento non si può dire… Per farla breve, le relazioni intermarket sembrano cambiate notevolmente, come anche è cambiata l’economia e la finanza in genere. Tutto questo fa parte di un processo evolutivo che non si può ancora definito concluso.
Un ultima cosa. Il prezzo del rame. Per molti è considerato un elemento anticipatore sulla crescita economica. Recentemente il rame è crollato. Un altro segnale che la fine della festa è vicina?

Ma ora un rapido flash sulla situazione:

a) €/$ - al momento il $ continua ad essere debole. Preferisco starne fuori. E la debolezza del $ coincide con la forza dell’oro. Questa è una delle poche relazioni intermarket che continuano a sussistere nel modo “classico”

b) BUND - Il benchmark europeo è sceso (come previsto) in modo generoso, arrivando a 116. Personalmente vedo possibile un buon supporto in quest’area ed anche un rimbalzo nel breve, ma resterà una cosa temporanea. Sempre short nella duration dei bonds.

c) EQUITY - Il Nasdaq ha già rotto il trend rialzista e sta lateralizzando. Lo S&P 500 è ormai allo stesso piano. Prendiamo sempre il ns. benchmark globale, ovvero lo S&P 500. La rottura eventuale di 1407 (attenzione all’importantissima MM21 posta a 1416 !!!) sarà il segnale evidente di una tendenza ormai al termine.

d) GOLD - ho allegato prima il grafico. Non aggiungo altro, al momento. Long sull’oro

e) WTI - AHI AHI AHI…. Dolore… La mia crosta maledetta. Crollo del prezzo a seguito di una temperatura troppo mite. Mi pongo solo una domanda. Che farà l’OPEC, vero elemento calmieratore dei prezzi dell’oro nero? E pensare che negli USA sono crollate le scorte di greggio. Inutile discutere, il mercato ha preso una direzione… Io comunque (ricordo che oggi non ho più petrolio in portafoglio) vi consiglio di buttare l’occhio al Brent. Rimane un’ultima roccaforte, il supporto a 58 $. Oltre a quello, si fa dura…

A presto! E come sempre, a disposizione per discutere delle mie folli teorie… ;-)

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Rientro sull'oro

Come potete leggere da un post scritto precedentemente, ero uscito dall'oro per una percentuale pari al 50% della mia esposizione, un take profit che per fortuna è coinciso con una correzione. Siamo in prossimità del supporto e della MM 21 giorni. Per farla breve.... mi ricompro quanto avevo venduto di oro...

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Petrolio sotto i 60 $. Scatta lo Stop!


Coerentemente con quanto detto in passato, con il petrolio sotto i 60 $ scatta automaticamente lo stop loss. Chiudo quindi tutti i long sull'oro nero, mi acchiappo un po' di perdita (pazienza...fa parte del gioco, anche se girano sempre i zebedei...) e ora cerco di capire se ci sono dei motivi
per questo crollo dell'oro nero. A più tardi

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